Cavatielli e fusilli
La pasta fresca di una volta
Cavatielli o fusilli? Il dilemma esiste se si vuole scegliere uno dei due modi tradizionali di fare la pasta fresca in casa nel Cilento. Due veri e propri “must” della tradizione culinaria locale.
I CAVATIELLI CILENTANI
Nel primo dei due casi, il cavatiello, si tratta della pasta “povera” contadina per eccellenza: solo acqua e farina nell’impasto lavorato a mano trasformandolo in cilindretti di modesto spessore da cui tagliare pezzetti di circa un centimetro di lunghezza.
Premendoli al centro con il dito indice o medio, gesto familiare alle massaie di una volta, ecco i cavatielli pronti da lessare e condire, nella versione più rispettosa della tradizione, con sugo di pomodoro alla carne di maiale e spolverata di cacio-ricotta grattugiato. Un piatto diffuso in tutto il territorio.
I FUSILLI CILENTANI
Più tipico di alcuni paesi in particolare è il fusillo, con le varianti a seconda del luogo. Molto apprezzato è quello di Felitto: lungo e affusolato, si prepara girando l’impasto di uova e farina attorno a un sottile ferro a quattro facce. Ingredienti: semola di grano duro (ricavata dal grano coltivato nel territorio di Felitto), uova (provenienti da galline allevate a terra), acqua e un pizzico di sale. Questo piatto tipico viene celebrato ogni mese di agosto alla sagra del Fusillo Felittese.
L’alternativa più conosciuta e altrettanto amata dai gourmet è il “fusiddo” detto in genere di Gioi, ma presente in diversi borghi vicini (tra cui Stio, Perito, Salento, Moio della Civitella e altri ancora): più corto e irregolare, viene cavato intorno a un ferro più spesso. Anche in questo caso, la tradizione chiede un sostanzioso sugo di pomodoro con pezzi di carne mista, ma l’accompagnamento con fiori di zucca o melanzane, salsiccia o funghi porcini è pure in grado di esaltare la pasta regina del Cilento.
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